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Dialogo napoletano (breve ma intenso)

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Povera e nuda · 5 Luglio 2019
Tags: dialogodomenicoreaputtana

di Giancristiano Desiderio

-          Mo’ torn’ a’ asci’ nata’ vot’!?
 
-          Eh
 
-          Volesse sape’ addo’ vai!
 
-          Uhhhh! Maronn! Ossai già!
 
-          No! Non o’ sacc’!
 
-          O’ sai, o’ sai! Vad’ a’ fa’ i bucchin!!!
 
-          Eh! Certo! Chest’ o’ sacc’ già! Ma vorrei sapere proprio dove vai! Capito?
 
-          Tagg’ ditt’ già, che vuo’ chiu’!? Vad’ a fa’ i bucchin com’ m’ha ‘mparat’ tu! Addo’ vad’ non so’ fatt’ d’ tuoi! 'A capit!!

La madre si rassegnò. Si sedette al tavolo della cucina, con le spalle alla finestra del balcone che dava su San Gregorio Armeno. La figlia prese telefono e borsetta e andò.

Sedici anni. Due labbra carnose, rosse senza rossetto. Con quella bocca, avrebbe detto Domenico Rea, poteva dire tutto ciò che voleva.

Padre ignoto. Madre puttana. Cinquantenne, volgare con classe.

Si chiude la porta. I passi sulle scale. Il portone. Rosa esce in strada. Canottiera senza reggiseno, i seni crescono come il Vesuvio. La gonna copre le mutande.

La madre è sul balcone a riprendere i panni stesi.
 

-          Rosa, Rosa, Rosaaaaa! Addo’ vai!!! ‘Sta bucchinara, torna a’ cas’!!
 
-          Maaa’, m’ ha’ rutt’ ‘o cazz!!!
 
-          ‘Sta stronza! ‘Sta figlia ‘e puttana! Bucchinara!!!
 
-          Eh, m’ piace ‘e fa’ i bucchin vabbuo’!? Tu ‘i fa’ i bucchin? E ‘i facc’ pur’ io! Vaffa’ mocc’ a soret’!!

Si dileguò nella folla di gente e motorini di San Biagio dei Librai.
 




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