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Il buon esempio

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Samnium · 29 Maggio 2019
Tags: Sant'AgatadeiGotisindacoPiccolidebitomilioni

di Giancristiano Desiderio

Le elezioni hanno dato il risultato che sappiamo. Chi ha vinto è soddisfatto e contento, chi ha perso è deluso e triste. Sono sentimenti umanissimi ed è giusto che sia così. Tuttavia, passati i giorni del successo e dello sconforto, smaltita l’euforia e finito l’avvilimento, ciò che resta sono i doveri degli uni e degli altri e il ritorno alla realtà. In particolare, il nuovo sindaco, Giovanna Piccoli, con la scelta della giunta, ha da affrontare subito il problema numero uno che non ha, peraltro, una soluzione immediata: come ripianare il debito di oltre 20 milioni di euro?
 
Dall’altra parte, l’opposizione che avrebbe voluto cambiare il modo di amministrare può comunque riformare molte cose trasformando in metodo di controllo e di lavoro la sua stessa idea di cambiamento. Ce n’è per tutti e non sono cose di poco conto.
 
 
Antonio Frogiero, che credo sarà il capo dell’opposizione, dopo la delusione è bene che prenda atto che la sconfitta è stata onorevole e il risultato ottenuto gli permette di stare in piedi. La sconfitta non è stata una disfatta. Va concepita come l’inizio di un impegno quotidiano per chiedere in un prossimo futuro la fiducia ai santagatesi alla luce di un’attività politica e istituzionale che può dare molto di più di quanto non s’immagini davanti a un bar.

Se si commisura il risultato elettorale al modo  - diciamocelo -  improvvisato con cui è nata la lista Insieme si cambia, si vedrà che il traguardo è stato davvero ottimo e sorprendente. E’ evidente che in paese esiste una coscienza viva che sa bene che il comune è stato disamministrato e vuole un buongoverno che sia rispettoso dei soldi pubblici e delle libertà civili. E’ un preciso dovere di Frogiero, degli eletti della lista Insieme si cambia e degli stessi candidati e simpatizzanti non far cadere questa richiesta e rappresentare questo corpo vivo di Sant’Agata dei Goti in consiglio comunale. La democrazia non vive nelle declamazioni e nelle lamentazioni ma nella pratica di tutti i giorni, sia nelle istituzioni sia nella società. Se si lavorerà seriamente su questi due fronti i risultati verranno e saranno anche più giusti e duraturi.
 
 
Intanto, il nuovo sindaco, come detto, si trova davanti a un problema stringente: il debito. L’amministrazione Valentino ha negato per molto tempo in modo pervicace l’esistenza del debito; poi, posta dinanzi all’evidenza e alle indagini della Corte dei conti ha dovuto necessariamente ammettere che il comune è indebitato per più di 20 milioni di debiti. Una situazione drammatica che ricade sulle famiglie e che le stesse amministrazioni di ieri e di oggi rifiutano finché possono  - fino a quando non trovano un contraddittore -  di aver causato. Forse, è bene che il nuovo sindaco, che deve marcare anche una distanza rispetto al passato per dimostrare di non essere un sindaco sotto tutela, inizi con il piede giusto e parli il linguaggio della sincerità e dell’umiltà riconoscendo che il debito è figlio delle amministrazioni Valentino. Le quali, peraltro, sostengono all’unisono di aver amministrato benissimo non riuscendo, però, a rispondere a una grave obiezione: come mai amministratori così educati e bravi hanno causato un debito di oltre 20 milioni di debiti?

L’eredità è davvero pesante ma con la buona volontà si possono fare buone cose. Sarebbe opportuno politicamente e giusto moralmente che la nuova amministrazione Piccoli si rendesse subito conto che il debito non può essere ripianato solo e soltanto dalle famiglie santagatesi. Al momento, infatti, sono solo e soltanto le famiglie che con le aliquote più alte d’Italia stanno ripianando il debito. Ma per quanto tempo questo dovrà continuare? La nuova amministrazione si deve porre la domanda e deve fornire una risposta seria, concreta, verificabile. Il tempo della propaganda è finito per tutti.

Come primo provvedimento il nuovo sindaco potrebbe varare una giunta a costo zero. Il sindaco e gli assessori potrebbero rinunciare alle indennità di carica. Sarebbe un buon gesto, marcherebbe la differenza con il passato e sarebbe di buon esempio. L’indennità del sindaco è di 2.893 euro (lordi), del vicesindaco è di 1.157 euro (lordi), dell’assessore è di 868 euro (lordi), del presidente del consiglio è di 1.013 euro (lordi). Il risparmio annuale sarebbe di circa 100 mila euro. Non sono molti ma è pur sempre qualcosa. Anche i consiglieri, compresi quelli dell’opposizione, potrebbero rinunciare al gettone di presenza. Sarebbe per tutti un buon modo per stare vicino concretamente ai sacrifici delle famiglie santagatesi.

Chi scrive crede fermamente che gli amministratori vadano pagati perché è loro compito essere indipendenti e lavorare bene e meglio per la buona amministrazione. Purtroppo, il debito è stato causato dagli stessi amministratori che hanno dimostrato di essere dei cattivi amministratori. Quindi, a mali estremi, rimedi estremi. Sant’Agata dei Goti non uscirà da questa situazione né facilmente né rapidamente. Ma è bene che il nuovo mandato amministrativo inizi al meglio: è giusto che gli amministratori cambino rispetto al passato. Il sindaco può dare, se vuole, il buon esempio.



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