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Per la Macroregione del Sud

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Italia mia benché · 3 Marzo 2019
Tags: secessioneZaiameridione


di Luigi Ruscello

Invece di negare la possibilità di realizzare quanto richiesto legittimamente da talune regioni del Nord e al di là dell’esito delle trattative, cioè anche in caso di realizzazione del progetto autonomista  - sempre che siano rispettati i principi e le norme costituzionali -  ci sarebbe bisogno di una mobilitazione di noi meridionali, assediando i presidenti delle nostre Regioni affinché anch’essi accelerino i tempi per la richiesta del «federalismo differenziato», dell’«autonomia rafforzata», del «regionalismo differenziato», dell’«autonomia differenziata», o come diavolo si voglia definire.

Nel caso ciò non si realizzasse, avrebbe ragione il presidente del Veneto, Zaia, che, in una recente lettera ai cittadini del Sud, al di là di vecchi stereotipi e, per usare un eufemismo, di tante inesattezze, oltre a suggerirci di osservare bene la realtà dei fatti, afferma, tra l’altro, che l’autonomia fa paura agli amministratori del Sud perché sarebbe un’assunzione di responsabilità.
 
Ebbene, senza l’invito di Zaia, non solo sto vivendo da molti decenni la realtà del Sud, essendone cittadino, ma l’ho ben osservata e studiata. Purtroppo, le conclusioni che ho tratto non sono per nulla soddisfacenti poiché, anche in presenza della cosiddetta “secessione dei ricchi”, ritengo che non abbiamo nulla da perdere più di quello che già abbiamo subito e che, masochisticamente, continuiamo a subire, tant’è che l’unica mia verità è rappresentata dal fatto che la questione meridionale non avrà mai fine. Pertanto, sarei dell’avviso di fermare il continuo stillicidio di insulti cui siamo sottoposti noi meridionali e, quindi, contrariamente a quanto sostenuto nell’appello del professor Mazzarella, sarei ben lieto se, finalmente e una volta per tutte, si ponesse a norma, in modo definitivo, il divario tra Nord e Sud. Almeno non saremmo più presi in giro con promesse sempre disattese.
 

Mi permetto solo di suggerire, molto immodestamente, che nella redazione degli accordi si rispetti il dettato della Costituzione e ce ne sono tanti di articoli da rispettare. Prevedo, infatti, che la eventuale, e ribadisco eventuale, approvazione dell’autonomia rafforzata genererà un ulteriore aumento del contenzioso Stato-Regioni, in quanto attribuendo a talune di esse speciali competenze, indirettamente si concorrerà a delimitare le competenze delle altre.
 
Ma non saranno le petizioni e gli appelli a fermare il progetto autonomista. È tale il groviglio delle norme che si dovrebbero modificare o istituire ex novo che, come già accennato, non credo si riuscirà a trovare una soluzione rapida e positiva per chi chiede l’autonomia.

In alternativa all’autonomia, la strada da percorrere dovrebbe essere quella di pretendere, sempre noi cittadini del Sud, l’utilizzo dell’ottavo comma, art. 117 della Costituzione, per iniziare il percorso che porti alla Macroregione del Sud, quanto meno dal punto di vista amministrativo, “per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni”.
 
Ma, pur sperando che l’intelligenza della volontà prevalga sul pessimismo della ragione, per il momento, non mi rimane altro che invidiare “les gilets jaunes”!



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