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Saviano, gli Usa e i genovesi meridionali

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Italia mia benché · 15 Marzo 2019
Tags: savianoamericaemigranti
 
di Luigi Ruscello

 
 
Domenica 26 maggio 2013, Roberto Saviano, intervistato da Fabio Fazio nella trasmissione Che tempo che fa, dichiarò che aveva visto e trascritto alcune parole di una relazione redatta nel 1912 dall’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano, cioè un documento ufficiale dai toni non lusinghieri nei confronti degli italiani. Dopo aver letto il brano, Saviano concludeva dicendo: «È incredibile che il nostro paese tutto questo non solo non lo ricordi, non ne faccia memoria attiva, ma lo trasferisca quando si rivolge ad altre comunità o etnie».
 
 
Di quel brano, peraltro, circolano anche altre versioni, molto simili tra di loro. Tutte, infatti, compresa quella di Saviano, deriverebbero dalla medesima fonte, cioè una fantomatica relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, datandola chi nel 1912, chi nel 1919.
 
 
Questi brani, peraltro, già circolavano da moltissimi anni e, nel 2009, la versione letta da Saviano era comparsa addirittura su RaiNews24, che l'aveva pubblicata l’11 maggio 2009 per poi rimuoverla, ripubblicandola però tale e quale (e con la stessa datazione) nel 2011. Nessuno, però, è mai stato in grado di provare la sua veridicità.
 
 
Invece, gli unici documenti di una Autorità governativa americana che si esprimono ufficialmente sugli italiani sono costituiti dai 42 volumi, pubblicati nel 1911, in cui sono riportati i risultati dell'indagine condotta tra il 1907 e il 1910 dalla Commissione per l’immigrazione, detta anche Commissione Dillingham.
 
Ebbene, in essi si descrivono tutti gli immigrati per ciascun paese di origine e, naturalmente, non potevano mancare gli italiani. Diverse sono le cose interessanti di questa descrizione, a cominciare dalla suddivisione degli italiani.
 
 
Infatti il Bureau of Immigration divise la razza italiana, su basi geografico-razziali, in due gruppi: North Italian and South Italian. Cosicché in tutte le statistiche ufficiali americane compaiono tali due gruppi. Ma la cosa più sorprendente è che anche i genovesi erano compresi nel Sud. Insomma, si può dire che, grossomodo, l’Appennino Tosco-Emiliano fu considerato quale spartiacque tra le due componenti. A pagina 82 di uno dei volumi (Dictionary of races or peoples), infatti, così si legge: «Therefore, the line of demarcation between the Emilians and the Tuscans is much less sharp than it is between the Piedmontese and the Genoese.». D’altronde ciò si ricava anche da un volume successivo, del 1939, in cui vengono indicate graficamente le singole razze.
 




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