di Giancristiano Desiderio
Ci risiamo. A Sant’Agata dei Goti, località San
Pietro, all’ospedale Sant’Alfonso Maria de Liguori - qua pare che siano tutti santi -, va
nuovamente in scena la protesta: i cittadini fanno lo sciopero della fame nel tentativo
disperato di salvare quel che resta di un ospedale moribondo che nessuno
evidentemente ha voluto far vivere. Mena Di Stasi e Pina De Masi del comitato “Curiamo
la vita” si sono incatenate davanti all’ospedale. Domani sarà il terzo giorno
di passione. A sostenerle si alternano cittadini, amiche, conoscenti, madri di
famiglia. Chi porta acqua, chi coperte, chi stufe. La notte è fredda lì sotto
il Taburno. Una delle due donne si è sentita male e non c’è stato un medico,
proprio lì davanti all’ospedale, pronto ad intervenire. Insomma, quella di Sant’Agata
dei Goti e del suo ospedale fantasma è una brutta, brutta storia.
Purtroppo, ritorno su questa vicenda per l’ennesima
volta. Provo imbarazzo e lo confesso al mio lettore. Sono imbarazzato perché mi
rendo conto che questa storia in fondo non interessa quasi a nessuno. Gli
stessi amministratori locali - sindaci,
assessori, consiglieri - ci capiscono
poco e possono fare ben poco. L’ultima volta dissi, era ancora aperto Sanniopress.it e lì si possono leggere
gli “scritti ospedalieri”, che una volta salvato il Psa - il servizio di pronto soccorso attivo
- era necessario costruirvi intorno un
vero ospedale, altrimenti prima o poi sarebbe ritornata l’emergenza e quindi la
protesta e quindi ancora scene di disperazione e abbandono sociale. E’ quanto
si è verificato anche prima del previsto. Dunque?
Dunque, è una brutta, brutta storia. Qui si
intrecciano sanità e politica. La Campania è una regione in cui l’intreccio
perverso tra sanità e politica è più forte che altrove. Forse, solo in Calabria
esiste una situazione più drammatica e ingarbugliata. La politica ha grosse
responsabilità e oggi è come se fossero venuti al pettine le scelte sbagliate
di ieri. A fine maggio a Sant’Agata dei Goti si vota per il rinnovo del
consiglio comunale e per la scelta del nuovo sindaco. La notizia di oggi è che
i cittadini si stanno organizzando per consegnare le tessere elettorali e così
non recarsi alle urne né per le europee né per le comunali. Servirà a qualcosa?
Ma le responsabilità delle condizioni comatose dell’ospedale
santagatese non sono solo della politica. Anche l’organizzazione sanitaria ha
le sue colpe. In fondo, quello che si chiama ospedale di Sant’Agata dei Goti
non è più da tempo il vecchio ospedale San Giovanni di Dio che nacque secoli fa
da una costola della Parrocchia della Santissima Annunziata. No. Il nuovo
ospedale è la fusione di due ospedali: il santagatese e il cerretese. Eppure,
questi due paesi, sant’Agata e Cerreto Sannita, messi insieme non sono riusciti
con i loro due antichi ospedali a creare una nuova e unica e più efficiente
struttura. Da sempre ci sono state gelosie, e poi ostacoli, quindi
ostruzionismi e tutta quella cultura infantile che - diciamocelo senza raccontarci bugie - è tipica della realtà sociale meridionale che
crede che tutto le sia dovuto da parte di uno Stato-risolvi-tutto che, invece,
non è in grado di risolvere un bel niente se le stesse realtà locali non
dimostrano con le loro forze ed esigenze sociali un minimo di buongoverno. Così
oggi lo stesso ospedale Sant’Alfonso Maria de Liguori non ha più la sua stessa
autonomia amministrativa e sanitaria ed è diventato una sorta di appendice e di
appendicite dell’ospedale civile di Benevento (il vecchio Rummo che è stato
ribattezzato San Pio, tanto per non farci mancare un altro santo in questa
storia di diavoli e povericristi).
Questa, per sommi capi, è la storia brutta e triste di
un ospedale che l’altro giorno ha visto chiudere il reparto di ortopedia le cui
residue forze, letti compresi, sono state trasferite a Benevento. Chi oggi si
fa una passeggiata nella struttura di San Pietro si troverà davanti una sorta
di cattedrale nel deserto: corridoi lunghi e sordi, sale di attesa dove nessuno
attende, porte dei reparti sbarrate. L’ospedale non c’è più. L’ospedale non c’è
mai stato. E’ una sconfitta per tutti. E’ bene dire la verità nuda e cruda,
anche quando fa male. E’ l’unico modo per rimettersi in cammino.