Harry Potter - giancristiano desiderio

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Harry Potter

l'ingordo
Critica del giudizio gastronomico

 
Hamburger per tutti con Harry Potter nella città delle streghe
di Antonio Medici

Harry Potter, il maghetto più famoso del mondo, ha abbandonato il Regno Unito e si è trasferito nella città delle streghe. I suoi hamburger, per meglio dire.
Due under 35 sanniti, hanno creato l’intruglio magico per aprire l’Ollivanders Public House sotto il noce, miscelando la passione per Harry Potter, un pizzico di esperienza lavorativa, la voglia di fare impresa.  È nato così il pub del mago a Benevento, uno dei pochissimi in Italia.
Nei locali che furono di una antica bottega d’artigiani, a pochi passi dall’arco di Traiano e dalla chiesa di Santa Sofia, patrimonio Unesco, il locale prende il nome dal venditore di bacchette magiche della saga ideata da Joanne Rowling e che pare attrarre turisti mangioni da tutto il sud. “Arrivano da Taranto, dalla Calabria, da Napoli, Caserta, Salerno”, racconta Danilo, il più giovane (classe 1986) dei titolari. Il flusso è tale che “stiamo pensando di fare una convenzione con qualche albergo perché chi viene da lontano resta anche per la notte”.
L’offerta di panini è variegata quanto lo sono i personaggi del romanzo fantasy da cui mutuano il nome.
Con spirito d’osservazione proprio dei curiosi, i proprietari hanno colto la tendenza delle mega farciture così servono torri elevate con ogni ben di dio di carni, formaggi, verdure, salse, cui il pane fa giusto da pavimento e solaio.
La qualità degli hamburger è buona, gli abbinamenti studiati per accontentare tutti, le fritture per appagare i più lussuriosi.
Discreto l’assortimento di birre, ma il clou della carta delle bibite è la “burrobirra”, la bevanda analcolica degli allievi della scuola di magia di Hogwarts.
Tutto il pub rimanda al fantastico mondo cui si accede dal binario 9e ¾ della stazione di Kings Cross. Il soffitto è affrescato con i simboli delle quattro casate della scuola e le pareti sono oberate di quadri, stampe, riproduzioni di oggetti che evocano personaggi e ambienti della saga. In fondo a una delle sale, poi, anche una copia della scopa magica con cui i provetti maghi si sfidano a quiddich, una sorta di hockey volante.
Sui tavoli, un po’ troppo stretti, pensati, forse, per chi abbia il magico potere di restringersi, le tovagliette riproducono la mappa malandrino, ovvero la piantina magica di Hogwarts attraverso cui gli studenti più indisciplinati possono seguire gli spostamenti dei professori, sì da evitarli.
Nel complesso un’offerta adeguata ad un pubblico indifferenziato con prezzi più che accettabili (tra i sei e gli otto euro per gli hamburger).
Non accettano prenotazioni all’OllivanderS, se non per il primo turno delle 19.30. Apprezzabile, in una città troppo spesso serrata, la scelta di restare aperti tutti le sere.
Gli elfi domestici giù nelle Cucine stavano superando se stessi con una serie di ricchi stufati speciali e ottimi pasticci, e solo Fleur Delacour riusciva a trovare qualcosa di cui lamentarsi." (cit. “Harry Potter e il calice di fuoco”)

Ollivanders Benevento Public House
Viale dei Rettori, 34
Tel. 342 958 3836


Blog di critica, storia e letteratura di Giancristiano Desiderio.
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