
di Luigi Ruscello
Leggo sul corriere.it dell’8 dicembre:
Gualtieri
sul Mes: «Da Salvini campagna terroristica per spaventare la gente»
Il responsabile dell’economia lo ha
dichiarato alla trasmissione Rai «Mezz’ora in più».
Chi mi conosce sa che non sono stato, non sono e non sarò
mai leghista per caratteristiche genetiche. Tuttavia, se Salvini fa una
campagna terroristica sul MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), il bravo (!)
Gualtieri non è da meno perché ne fa una altrettanto dannosa cioè di
disinformazione.
Il tema peraltro non è venuto alla ribalta per Salvini,
bensì per le dichiarazioni di personaggi che nulla hanno a che vedere con il salvinismo.
Anzi, ben introdotti nel mainstream.
Nel corso della seduta del 19 giugno 2019 l’onorevole Quartapelle
(PD), tra l’altro, ha dichiarato che «… questo meccanismo che penalizzerebbe pesantemente il nostro Paese … ».
Si sono succedute poi prese di posizione, clamorosamente
contrastanti, da parte degli stessi personaggi, da lasciare esterrefatti.
Il governatore Visco dichiara prima (15 novembre –
Intervento a incontro OMFIF, p. 2) che: «I benefici contenuti e
incerti di un meccanismo per la ristrutturazione del debito (debt restructuring
mechanism) vanno valutati a fronte del rischio enorme che si correrebbe
introducendolo: il semplice annuncio di una tale misura potrebbe innescare una
spirale perversa di aspettative di insolvenza, suscettibili di autoavverarsi.» e
poi (4 dicembre – Audizione nelle Commissioni riunite V (Bilancio,
Tesoro e programmazione) e XIV (Politiche dell’Unione europea) della Camera dei
Deputati, dapprima a p. 3: «La riforma non prevede né annuncia un meccanismo di
ristrutturazione dei debiti sovrani.» Ma a p. 5, poi: «La quota di ciascun paese membro nel capitale dell’ESM si basa
sulla chiave di ripartizione del capitale della BCE, che riflette la quota del
paese nella popolazione totale e nel prodotto interno lordo dell’area
dell’euro. La parte del capitale dell’ESM sottoscritta ma non versata è
“richiamabile” in qualsiasi momento in caso di necessità: vale a dire che i
membri dell’ESM si impegnano a fornire il finanziamento corrispondente con
breve preavviso.». A questo punto aggiungo che l’Italia, a
fronte di un impegno pari a 125,3 miliardi, ne ha già versati 14,3 e che,
quindi, potrebbe essere chiamata a versare la rimanente parte, cioè circa 110
miliardi nel breve spazio di un mattino (sarebbero quasi 4 finanziarie in una
sola volta).
Un altro dietro front è quello di Giampaolo Galli che
ometto per brevità. Ma due richiami sono altresì opportuni e necessari.
Il primo si riferisce al “sovranista” Luca Ricolfi
(Messaggero del 5 dicembre 2019): «Prima di leggere il testo non ero eccessivamente
preoccupato, dopo averlo letto attentamente lo sono moltissimo. Il trattato è
pericoloso per l’Italia, e aumenta il rischio di una crisi finanziaria che ci
costringa a una pesante “ristrutturazione del debito” (eufemismo per non dover
dire: perdite patrimoniali e relativa catena di conseguenze).»
Il
secondo al “fascistone” Emiliano Brancaccio (intervista a Radio Popolare del 2
dicembre), che al di là di obiezioni eminentemente tecniche, ma rilevantissime,
dichiara: «Stando alle
bozze di riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), l’istituto
assumerebbe per statuto “la prospettiva del creditore”. Una differenza
rilevante rispetto al funzionamento delle altre istituzioni europee, che in
ultima istanza devono tener conto degli interessi di tutti i paesi, sia
creditori che debitori. Il rischio è di dare luogo a un meccanismo foriero di
nuovi squilibri all’interno del già fragile assetto europeo.».
Da parte
mia, osservo molto sommessamente, che il MES dovrebbe essere dichiarato
incostituzionale perché, se è vero che l’art. 11 della Costituzione prevede forme
di cessione di sovranità, sempre lo stesso articolo statuisce che ciò debba
avvenire a parità di condizioni. Ebbene, nell’ambito del MES, talune decisioni
non vengono prese con criteri paritari, bensì in base alle quote detenute, di
cui le principali sono: 26,9% Germania, 20,2% Francia, 17,7% Italia, 11,8%
Spagna e 5,6% Olanda. D’altronde, la Corte costituzionale tedesca, fin dal
2012, ha posto severi paletti affinché la partecipazione al Fondo salva Stati (MES) fosse
rispettoso degli interessi nazionali. E come ha scritto Gianfranco Polillo: «Evidentemente
ciò che in Germania è normale, in Italia provoca scandalo ed indignazione.»