di Luigi Ruscello
Sempre
più spesso si legge o si sente nominare il «moltiplicatore» e per molti è forse
più sconosciuto di Carneade.
Ebbene,
il concetto, è molto semplice: ogni esborso di denaro provoca una catena tale
da far incrementare la somma iniziale e l’aumento sarà tanto maggiore quanto
più alta è la propensione a consumare.
Quando
lo Stato paga gli stipendi dei dipendenti pubblici o un’impresa paga il salario
agli operai, immette nel circuito economico una quantità di denaro destinata ad
aumentare perché ciascun percettore, nello spendere, provoca un effetto simile.
A sua volta, il commerciante che vende la propria merce otterrà un guadagno che
equivale al suo compenso, cosicché la catena si autoalimenta. Ma l’importo che
viene immesso nel circuito si riduce sempre di più perché sia i lavoratori
dipendenti, sia quelli autonomi, non spendono tutto quello che incassano, fino
a che la catena si azzera. L’importo totale messo in circolo, quindi, è ben
maggiore di quello iniziale. Questa somma altro non è se non la cosiddetta “domanda”.
Un
esempio numerico chiarisce meglio il concetto: si supponga che ciascun
individuo, per ogni euro ricevuto, ne spenda 50 centesimi (cioè il 50%) e trattenga
gli altri 50. Ciò significa che al primo euro si aggiungono i 50 centesimi,
divenendo cioè 1,5.
Chi
ha ricevuto i 50 centesimi, a sua volta, ne spenderà 25 (il 50% di 50); chi riceverà
i 25 centesimi ne spenderà ancora 12,5 e così via. Alla fine, la cifra messa in
circolo sarà pari a 2 euro.
E
ciò si spiega facilmente con una formuletta:
Moltiplicatore
= 1 / (1 – 0,5) = 1 / 0,5 = 2
Se
la propensione al consumo fosse del 70%, si avrebbe un moltiplicatore uguale a 3,33;
mentre, se la propensione al consumo fosse dell’80%, si avrebbe un moltiplicatore
ancora maggiore e, per la precisione, sarebbe 5.
In
altri termini, e ciò è anche intuitivo, più si consuma e più viene alimentato
il sistema economico.
Naturalmente,
lo stesso ragionamento vale per lo Stato e le imprese quando investono, poiché
la cifra impegnata servirà ad acquisire macchinari e pagare i dipendenti,
alimentando il circuito economico.
Il moltiplicatore,
dunque, permette di individuare l'effetto di un certo livello di consumo/investimento
all'interno del sistema economico sul
reddito finale del sistema stesso. Il moltiplicatore misura quindi l’incremento
del reddito nazionale in rapporto all'incremento di una o più variabili macroeconomiche
componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti
e spesa pubblica. In fondo, è un segreto di Pulcinella.