di Giancristiano Desiderio
Molti anni fa a Sant’Agata dei Goti c’erano due
ragazzi che scrivevano tazebao. Li pensavano e trascrivevano a casa, poi uscivano
nel cuore della notte per affiggerli sulle mura del centro storico e dintorni. Quei
manifesti artigianali, che erano una dichiarazione d’amore per il proprio
paese, recavano questa firma: Rinascita
santagatese. Uscirono tre manifesti che misero a rumore il paese e
scatenarono una sorta di “caccia al tesoro” o di “caccia alle streghe” per
scoprire chi si celasse dietro la sigla carbonara che esprimeva una puntuta
critica della classe politica del tempo. Il mistero si rivelò facilmente quando
uno dei manifesti capitò sotto lo sguardo di un altro ragazzo - Peppe Bove - che subito riconobbe la grafia di uno dei
tazebao. Chi erano i due ragazzi? Io e Tonino Frogiero.
Erano altri tempi, eppure quel tempo ancora oggi non
mente. Nulla accade per caso. Di lì a poco io avrei intrapreso il lavoro
giornalistico e saggistico e sarei andato via mentre Tonino anni dopo sarebbe
diventato sindaco di Sant’Agata dei Goti. La sua avventura durò poco perché resistette
alla tentazione di scendere a compromessi al ribasso e compromettenti per sé e
per il comune. Oggi Antonio Frogiero ritorna sulla scena politica ed è
candidato sindaco della lista Insieme si
cambia. La sua esperienza precedente è cosa piccola rispetto all’attuale candidatura
e, tuttavia, è preziosa e significativa. Il motivo è semplice: proprio oggi c’è
bisogno di Rinascita santagatese.
Non servono molte parole per dire perché oggi è
necessario voltare pagina e votare la lista di Tonino e dei suoi giovani che
tanto mi ricordano i due ragazzi che scrivevano tazebao. Da una parte c’è una
vecchia classe politica che ha portato con mano ferma il comune di Sant’Agata dei
Goti al pieno fallimento economico e finanziario. Dall’altra parte c’è una
nuova generazione che chiede agli elettori una cosa saggia: lavorare in prima
persona per risanare il comune. La scelta è scontata e le famiglie santagatesi
sanno che è giusta perché conoscono il loro bilancio familiare e sanno molto
bene che i dieci anni dell’amministrazione uscente sono stati pagati con l’aumento
vertiginoso delle tasse che trimestralmente pagano. C’è, però, un motivo ancora
più decisivo per votare Insieme si cambia.
Il fallimento dei dieci anni che hanno sconvolto Sant’Agata
dei Goti non è solo finanziario ed economico ma anche intellettuale e morale.
Se si è giunti alla bancarotta comunale certificata dalla Corte dei conti è
perché a Sant’Agata dei Goti è accaduto ciò che non era mai accaduto prima,
neanche quando regnava la Democrazia cristiana e i due ragazzi con amore e
ragione e a mani nude, e non senza ingratitudine verso i loro padri, scrivevano
manifesti anonimi invocando una rinascita dello spirito santagatese. Ciò che è
accaduto è questo: il libero giudizio è stato sistematicamente sostituito dalla
propaganda e il dissenso rispetto all’amministrazione comunale è stato indicato
come un pericolo per la società. In due parole: la libertà dei santagatesi non
è stata vista come il naturalissimo valore su cui far crescere la comunità ma
come una minaccia da cui guardarsi per far prevalere in ogni ambito la
propaganda del carrierismo partitico. Così Sant’Agata dei Goti, che nell’ambito
della provincia e della storia più ampia ha sempre espresso una vivacità
politica e culturale, è diventata sempre più una cittadina in declino senza
voce, senza critica, senza libertà di pensiero, senza amor patrio completamente
esposta all’arbitrio, alla prepotenza, al tornaconto personale.
C’è qualcuno che in tutta sincerità può non
riconoscersi in questa perfino indulgente ricostruzione dei fatti? Tutti sanno
che ho solo detto ciò che è accaduto e tutti sanno che il nostro paese ha
bisogno di recuperare l’esercizio critico della ragione e della parola per
ridare ai santagatesi quella pace sociale e quell’ordine istituzionale in cui
il conflitto, il confronto, la critica non sono lesa maestà ma il piacere stesso
di riconoscersi come santagatesi e crescere insieme dicendosi in piena libertà
ora sì e ora no. Il voto del 26 maggio, allora, non è solo per un fisiologico cambio
amministrativo ma anche per ridare a Sant’Agata dei Goti il gusto del dissenso e
il dovere di pensare ed esprimersi liberamente in pubblico senza timori. In
questo senso, Insieme si cambia ha già vinto perché quella lista non si è
sottratta al dovere di dissentire. E’ tutto qui.
“Non abbiate paura” diceva Wojtyla. Non abbiate paura.
Rimettete nelle mani di Sant’Agata dei Goti il destino di Sant’Agata dei Goti.
Oggi, attraverso una non perscrutabile eterogenesi dei fini, si avvera il senso
di quei tazebao di trent’anni fa che io e Tonino scrivevamo con amor di patria
per la rinascita santagatese.