di Giancristiano Desiderio
La “questione calcistica” è molto più istruttiva di
quanto non s’immagini. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, l’ha
liquidata in modo sprezzante, così: “Qui si parla troppo di calcio e poco di scuola”.
In verità, di scuola se ne è parlato fino allo sfinimento e con risultati meno
che scarsi. Al ministro, però, ha risposto Roberto Mancini, commissario tecnico
della Nazionale, il quale ha rivendicato sia il valore del calcio sia il
diritto a praticare sport: “Si dovrebbe pensare prima di parlare. Lo sport è un
diritto, coma la scuola, non è una cosa che viene data così. Lo sport è
praticato da milioni di italiani a tutti i livelli”. Tuttavia, proprio nella
vicenda del “gioco del calcio” è in gioco non solo il diritto a praticare lo
sport ma anche una questione politica e di libertà che riguarda molto ma molto
da vicino il governo Conte 2 ossia l’esecutivo dei pieni poteri e dello stato
d’emergenza a lunga conservazione.
Il governo con il quale ogni santo giorno ci dobbiamo,
purtroppo, confrontare se non vogliamo avere brutte sorprese è uno speciale
tipo di esecutivo che possiamo denominare così: governo metafisico. Si tratta
di un ministero che sulla scorta di una situazione eccezionale quale l’epidemia
– un’epidemia a sua volta eccezionale perché, per fortuna, non paragonabile né
per diffusione né per mortalità alla “spagnola” di un secolo fa – ritiene di
poter fare e disfare tutto. Come ha esplicitamente detto il presidente del
Consiglio, per avere la sicurezza della salute è necessario limitare o
rinunciare ad alcune libertà individuali.
Si tratta, in pratica, di uno scambio.
Peccato che sia uno scambio a perdere che non mantiene ciò che promette dal
momento che la possibile sicurezza della salute non dipende dalla limitazione
della libertà bensì dal servizio sanitario che è il vero e concreto servizio
che il governo ha il dovere di garantire. Così in questo scambio scellerato gli
italiani passano da cittadini a sudditi perché da un lato non ottengono la
sicurezza della salute e dall’altro subiscono anche limitazioni delle libertà
individuali. Il governo metafisico gioca letteralmente con le vite altrui
perché invece di garantire servizi mostra di essere il padrone della vita,
tanto di quella biologica quanto di quella morale.
E il “gioco del calcio”? Il calcio ci mostra in modo
esemplare che se vogliamo vivere in modo degno e decente nessuno può essere il
padrone della vita. Le regole calcistiche, infatti, valgono anche nel campo
della vita. Il calciatore può giocare a calcio perché non è il padrone assoluto
del Gioco. La vita funziona allo stesso modo: l’uomo può vivere la libertà
perché non è il padrone assoluto della Vita. Chi ritiene di essere il padrone
del pallone o del gioco impedisce che si possa giocare. Allo stesso modo, chi
crede di essere, in base ad un delirio di onnipotenza, il padrone della vita
impedisce che si possa vivere degnamente secondo ragione e secondo libertà.
Ecco perché il calcio non è – come si dice – solo un gioco. Se ben pensato ci
insegna addirittura a vivere. Ed ecco perché è troppo importante per lasciarlo
agli stessi giocatori, ai presidenti, ai giornalisti, agli intellettuali e ora
anche alle Asl.
Possiamo senza dubbio fermare il campionato di calcio,
ma non possiamo, pur volendo, fermare il gioco. Allo stesso modo possiamo
fermare la società, istituire il coprifuoco, chiudere le scuole, fare un nuovo
lockdown, ma non possiamo, pur volendo, fermare la vita. Non solo non ne
abbiamo il diritto, ma non ne abbiamo neanche l’effettivo potere che, non a
caso, quando si inoltra su questo terreno diventa subito un abuso e incontra
sulla sua strada le Costituzioni. Così i comandi, gli ordini e le ordinanze
diventano, per usare l’espressione di un grande giocatore, dei “deliri comandati”
che sono tipici del governo metafisico o teocratico che crede di essere
infallibile mentre l’esercizio del suo vano potere, alimentato dalla paura, è
la manifestazione stessa della sua fallibilità e impotenza.
Come la possibilità e la gioia di giocare a calcio
dipende dal fatto che nessuno è padrone del gioco, così la possibilità di avere
un po’ di sicurezza dipende dal fatto che nessuno sia padrone della vita. Il
governo metafisico, per natura incostituzionale, deve ritornare ad essere un
governo limitato, un governo dai poteri limitati e certi che garantisca cose
possibili, fattibili, controllabili come, nel caso del controllo del contagio,
il servizio della “sorveglianza attiva” che, non a caso, in Italia non è ancora
realmente e metodicamente assicurato.