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Quel treno che Benevento non prende

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Forche caudine · 15 Marzo 2019
Tags: Beneventoturismovinocittàeuropea

di Luigi Ruscello

Il 3 marzo scorso si è svolto il primo evento 2019 del treno storico «Sannio Express» che ha fatto registrare una partecipazione di complessivi 105 passeggeri; mentre, nel 2018 vi sono state 26 corse A/R, per complessivi 2.205 viaggiatori. Ciò significa che, per ogni corsa, la media è stata di 81 passeggeri. La linea Avellino-Rocchetta sant’Antonio, invece, con quasi l’80% dei biglietti venduti nell’anno 2018, sembra essere il treno turistico più apprezzato in Campania. Nel contempo, il 3 e 4 marzo scorsi si è svolto a Napoli il «Vesuvio WineForum» e ben cinquemila wine lovers hanno affollato la Sala del Toro Farnese per la passerella, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), delle etichette delle venticinque aziende aderenti al Consorzio tutela vini Vesuvio.

Questa premessa serve per introdurre una riflessione sulla nostra capacità di rendere appetibile il nostro territorio dal punto di vista turistico. Ebbene, a più di dieci anni di distanza da quando lo scrissi la prima volta, devo purtroppo constatare che non abbiamo fatto alcun progresso.

Il punto di maggiore debolezza del sistema turistico beneventano, infatti, continua a risiede senz’altro nella incapacità di commercializzare il “prodotto Benevento”. Ove, per “prodotto Benevento” è da intendere tutto il complesso delle attrattive: storia, cultura, monumenti, enogastronomia, eccetera eccetera.

Insomma, è quanto mai essenziale organizzarsi, non tanto per competere con zone che hanno e avranno una tradizione ed un richiamo turistico ben maggiore rispetto a Benevento, quanto per essere almeno «sul mercato».

Al di là dei più o meno ponderosi propositi, infatti, continua a mancare un soggetto in grado di assemblare i diversi elementi della nostra offerta turistica. In definitiva, manca un soggetto in grado di sviluppare, in modo sistematico e imprenditoriale, una vera e propria politica commerciale di incoming, un Tour Operator attrezzato per la vendita, sotto forma di consorzio tra le imprese provinciali legate al turismo, oltre che dagli Enti locali.

Il suo compito dovrebbe essere quello di realizzare imprenditorialmente quello che non possono fare le istituzioni pubbliche.
Tale ente dovrebbe diventare interlocutore privilegiato degli stessi enti e amministrazioni locali per la gestione delle iniziative di promozione territoriale, con ciò raggiungendo la base di fatturato necessaria per autofinanziarsi.

Ad esempio, se esistente, avrebbe potuto promuovere e gestire il complesso degli eventi previsti per la Città europea del vino 2019, da solo o, come suggerito da Antonio Medici, in sinergia con un’agenzia specializzata.



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