di Luigi Ruscello
Il
3 marzo scorso si è svolto il primo evento 2019 del treno storico «Sannio
Express» che ha fatto registrare una partecipazione di complessivi 105
passeggeri; mentre, nel 2018 vi sono state 26 corse A/R, per complessivi 2.205
viaggiatori. Ciò significa che, per ogni corsa, la media è stata di 81
passeggeri. La linea Avellino-Rocchetta sant’Antonio, invece, con quasi l’80%
dei biglietti venduti nell’anno 2018, sembra essere il treno turistico più
apprezzato in Campania. Nel contempo, il 3 e 4 marzo scorsi si è svolto a
Napoli il «Vesuvio WineForum» e ben cinquemila wine lovers hanno affollato la
Sala del Toro Farnese per la passerella, al Museo Archeologico Nazionale di
Napoli (MANN), delle etichette delle venticinque aziende aderenti al Consorzio
tutela vini Vesuvio.
Questa
premessa serve per introdurre una riflessione sulla nostra capacità di rendere
appetibile il nostro territorio dal punto di vista turistico. Ebbene, a più di
dieci anni di distanza da quando lo scrissi la prima volta, devo purtroppo
constatare che non abbiamo fatto alcun progresso.
Il
punto di maggiore debolezza del sistema turistico beneventano, infatti,
continua a risiede senz’altro nella incapacità di commercializzare il “prodotto
Benevento”. Ove, per “prodotto Benevento” è da intendere tutto il complesso
delle attrattive: storia, cultura, monumenti, enogastronomia, eccetera eccetera.
Insomma,
è quanto mai essenziale organizzarsi, non tanto per competere con zone che
hanno e avranno una tradizione ed un richiamo turistico ben maggiore rispetto a
Benevento, quanto per essere almeno «sul mercato».
Al
di là dei più o meno ponderosi propositi, infatti, continua a mancare un
soggetto in grado di assemblare i diversi elementi della nostra offerta turistica.
In definitiva, manca un soggetto in grado di sviluppare, in modo sistematico e
imprenditoriale, una vera e propria politica commerciale di incoming, un Tour
Operator attrezzato per la vendita, sotto forma di consorzio tra le imprese
provinciali legate al turismo, oltre che dagli Enti locali.
Il
suo compito dovrebbe essere quello di realizzare imprenditorialmente quello che
non possono fare le istituzioni pubbliche.
Tale
ente dovrebbe diventare interlocutore privilegiato degli stessi enti e amministrazioni
locali per la gestione delle iniziative di promozione territoriale, con ciò
raggiungendo la base di fatturato necessaria per autofinanziarsi.
Ad esempio, se esistente, avrebbe potuto promuovere
e gestire il complesso degli eventi previsti per la Città europea del vino 2019,
da solo o, come suggerito da Antonio Medici, in sinergia con un’agenzia
specializzata.