di Luigi Ruscello
Anche quest’anno
si è celebrato il solito rito della cosiddetta “finanziaria” ed il nuovo
governo giallo-rosso non si è sottratto alla solita trafila. Le trattative,
come al solito, sono state convulse e contraddittorie tra tasse che entravano e
uscivano, aumentavano e diminuivano. La colpa, come al solito, è sempre di “quelli
di prima”, salvo poi a constatare che quelli di prima erano gli stessi. Cosicché
la colpa è di quel “cattivone” di Salvini che tra mojito e coroncine ha
distrutto l’economia italiana. Una volta
approvata la manovra, un ministro ha presentato la lettera di dimissioni perché
il proprio ministero ha ricevuto pochissime risorse. Ma la manovra è sbagliata
sul serio oppure è buona?
A mio più
che sommesso e modesto parere, non poteva essere più sbagliata perché, da un
lato, non consentirà la tanto auspicata crescita e, dall’altro, ha già ipotecato
il futuro in modo irrimediabile. Le cosiddette “clausole di salvaguardia”,
infatti, aumenteranno in tale modo che la troika ce la siamo già autoimposta.
Insomma continuerà
inesorabile il declino dell’Italia e del Mezzogiorno in particolare. Al
riguardo, come al solito, tutti a declamare la giaculatoria che se muore il sud
muore l’Italia, che se non si parte dal Sud non ci sarà vero sviluppo, e poi
vai a vedere i numeri e le maggiori uscite a favore del Mezzogiorno sono di
appena 735 milioni, di cui ben 674 milioni riguardano il credito d’imposta per
gli investimenti. In realtà, con questi 674 milioni si aiuteranno le zone in
cui vengono prodotti i macchinari e gli impianti che godranno del credito d’imposta
ed è notorio che tali beni vengono prodotti fuori dal Mezzogiorno.
Solo a
titolo informativo, giammai per polemica, mi permetto osservare, giusto per
avere un’idea delle proporzioni, che per la realizzazione del nuovo tratto
Apice-Orsara nella linea A/C Napoli-Bari, voluto solo per istituire la stazione
Hirpinia in quel di Avellino, la spesa preventivata è di 2,7 miliardi (si farà
mai?).
Ma un fatto
che non viene mai posto in rilievo e, presuntuosamente, credo di essere l’unico
a farlo è che nel 2017, quale contraltare alle ZES, furono istituite nel Nord
le ZLS (Zone Logistiche Semplificate). Ebbene, per queste ultime sono stati
stanziati 50 milioni; mentre, le misure per le ZES, la zona franca doganale di
Taranto, il porto di Barletta e di Gioia Tauro sono stati disposti solo 5,1
milioni di maggiori spese.
Se prima vi
era una ministra che, secondo il mainstream, era una “nullità” o quasi, ma che,
a mio parere, ha avuto almeno il grande merito di contrastare la richiesta “autonomia”
delle tre regioni settentrionali, oggi ad occupare il ministero per il Mezzogiorno
vi è addirittura il Vice Direttore della Svimez, quindi una delle maggiori eccellenze
in tema di meridionalismo.
Ebbene, al
di là degli slogan che ricalcano pedissequamente quelli del passato, perché non
ha ingaggiato una battaglia sull’abbassamento del cuneo fiscale solo al Sud? È
con il lavoro, credo, che si può evitare la migrazione estera ed interna. E
allora prepariamoci ai soliti, stereotipati titoli sulla “fuga di cervelli”.
Ma, in
conclusione, e non me ne voglia il Ministro Provenzano, un pensierino alla
Fioramonti l’ha mai sfiorato?