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Sud, il fallimento di Provenzano

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Italia mia benché · 2 Gennaio 2020
Tags: SudSalviniProvenzanofinanziaria

di Luigi Ruscello

Anche quest’anno si è celebrato il solito rito della cosiddetta “finanziaria” ed il nuovo governo giallo-rosso non si è sottratto alla solita trafila. Le trattative, come al solito, sono state convulse e contraddittorie tra tasse che entravano e uscivano, aumentavano e diminuivano. La colpa, come al solito, è sempre di “quelli di prima”, salvo poi a constatare che quelli di prima erano gli stessi. Cosicché la colpa è di quel “cattivone” di Salvini che tra mojito e coroncine ha distrutto l’economia italiana.  Una volta approvata la manovra, un ministro ha presentato la lettera di dimissioni perché il proprio ministero ha ricevuto pochissime risorse. Ma la manovra è sbagliata sul serio oppure è buona?

A mio più che sommesso e modesto parere, non poteva essere più sbagliata perché, da un lato, non consentirà la tanto auspicata crescita e, dall’altro, ha già ipotecato il futuro in modo irrimediabile. Le cosiddette “clausole di salvaguardia”, infatti, aumenteranno in tale modo che la troika ce la siamo già autoimposta.

Insomma continuerà inesorabile il declino dell’Italia e del Mezzogiorno in particolare. Al riguardo, come al solito, tutti a declamare la giaculatoria che se muore il sud muore l’Italia, che se non si parte dal Sud non ci sarà vero sviluppo, e poi vai a vedere i numeri e le maggiori uscite a favore del Mezzogiorno sono di appena 735 milioni, di cui ben 674 milioni riguardano il credito d’imposta per gli investimenti. In realtà, con questi 674 milioni si aiuteranno le zone in cui vengono prodotti i macchinari e gli impianti che godranno del credito d’imposta ed è notorio che tali beni vengono prodotti fuori dal Mezzogiorno.

Solo a titolo informativo, giammai per polemica, mi permetto osservare, giusto per avere un’idea delle proporzioni, che per la realizzazione del nuovo tratto Apice-Orsara nella linea A/C Napoli-Bari, voluto solo per istituire la stazione Hirpinia in quel di Avellino, la spesa preventivata è di 2,7 miliardi (si farà mai?).
Ma un fatto che non viene mai posto in rilievo e, presuntuosamente, credo di essere l’unico a farlo è che nel 2017, quale contraltare alle ZES, furono istituite nel Nord le ZLS (Zone Logistiche Semplificate). Ebbene, per queste ultime sono stati stanziati 50 milioni; mentre, le misure per le ZES, la zona franca doganale di Taranto, il porto di Barletta e di Gioia Tauro sono stati disposti solo 5,1 milioni di maggiori spese.

Se prima vi era una ministra che, secondo il mainstream, era una “nullità” o quasi, ma che, a mio parere, ha avuto almeno il grande merito di contrastare la richiesta “autonomia” delle tre regioni settentrionali, oggi ad occupare il ministero per il Mezzogiorno vi è addirittura il Vice Direttore della Svimez, quindi una delle maggiori eccellenze in tema di meridionalismo.

Ebbene, al di là degli slogan che ricalcano pedissequamente quelli del passato, perché non ha ingaggiato una battaglia sull’abbassamento del cuneo fiscale solo al Sud? È con il lavoro, credo, che si può evitare la migrazione estera ed interna. E allora prepariamoci ai soliti, stereotipati titoli sulla “fuga di cervelli”.
Ma, in conclusione, e non me ne voglia il Ministro Provenzano, un pensierino alla Fioramonti l’ha mai sfiorato?



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