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Macroregioni, il Sud sempre impreparato

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Italia mia benché · 23 Febbraio 2019
Tags: autonomiasudmacroregioni

di Luigi Ruscello

Nel giorno in cui tutti attendono l'esito del voto su Rousseau per il caso Diciotti, la Lega va in pressing sui 5Stelle per l'autonomia, altro tasto dolente nel rapporto tra i due alleati di governo. Così si legge sul sito online di Repubblica del 18 febbraio 2019. Su Tiscali News, invece, il noto costituzionalista Michele Ainis spiega perché le nuove autonomie rischiano di allargare il divario tra Nord e Sud e perché almeno istruzione, sanità e sicurezza dovrebbero avere degli standard comuni in tutte le parti d'Italia.

A mio parere, invece, al di là di tante altre considerazioni, la domanda che bisognerebbe porsi non riguarda la cosiddetta “autonomia rafforzata”, bensì il motivo nascosto per il quale i leghisti ci tengono ad ottenerla e, in particolare Lombardia e Veneto.
Quello che si lamenta da più parti, infatti, cioè la rottura dell'Unità italiana è già in atto da diversi anni a livello europeo.
Dal 2009 è in corso un processo disgregatore dell'Europa, nel silenzio e nell'indifferenza di tutti. Non si tratta di dividere il Nord dal Sud dell'Italia, ma piuttosto dell'annullamento degli Stati-nazione. Altro che Stati Uniti d'Europa.
Il 29 gennaio scorso, infatti, è stato reso noto l'ultimo documento della Commissione europea sull'attuazione delle strategie macroregionali dell'UE.

In tale documento si legge che le dimensioni e la diversità del territorio europeo giustificano un approccio differenziato, ma strategico al suo sviluppo. Un'economia globalizzata, rapidi cambiamenti tecnologici, crescente interdipendenza tra paesi, crescente ruolo delle autorità subnazionali, nonché sfide senza frontiere e territorialmente rilevanti come il cambiamento climatico, il degrado ecologico e gli afflussi migratori, richiedono quadri cooperativi in base ai quali gruppi di paesi appartenenti ad uno spazio geografico più ampio possono cooperare per affrontare sfide e opportunità comuni.
Al fine di fornire una risposta efficace e collettiva alle questioni che è meglio trattare insieme che separatamente, nel 2006 un approccio macroregionale è sorto nella regione del Mar Baltico con discussioni avviate nel Parlamento europeo. L'iniziativa ha avuto uno slancio straordinario, al punto che ora vì sono quattro strategie macroregionali dell'Unione europea (UE) (MRS: Macro-regional strategy (-ies)).

Quella più significativa è sicuramente l'ultima nata, cioè quella alpina, in sigla EUSALP. La Comunicazione e il Piano d'Azione di EUSALP sono stati adottati dalla Commissione europea il 28 luglio 2015 e confermati formalmente dal Consiglio europeo nel novembre 2015. La strategia coinvolge sette Stati, di cui 5 membri dell’Unione Europea (Austria, Germania, Francia, Italia e Slovenia) e due non-UE (Svizzera e Liechtenstein), e 48 regioni alpine all'interno di questi Stati.
Essa, al di là del nome che presupporrebbe un'influenza solo sulle zone alpine, è composta anche dalle regioni di pianura che le sono contigue. Cosicché ne fanno parte anche due ricchi Länder della Germania: Baden-Württenberg e Baviera.

Secondo il regolamento sulle disposizioni comuni 2014-2020, una "strategia macroregionale" è un quadro integrato approvato dal Consiglio europeo, che può essere sostenuto, tra l'altro, dai fondi SIE, per affrontare le sfide comuni ad un'area geografica, relativa a Stati membri e paesi terzi, che beneficiano di una cooperazione rafforzata, contribuendo così al raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale.
Il cortese lettore si chiederà cosa centri tutto ciò con la richiesta di autonomia differenziata da parte delle tre Regioni settentrionali e di Lombardia e Veneto in particolare.

Ebbene, il 2019 sarà caratterizzato dalla presidenza italiana per la macroregione più significativa, cioè l'EUSALP, che sarà gestita dalla Lombardia di concerto con le altre Regioni. Ma ciò che mi ha fatto scattare la molla è stato apprendere che uno dei due eventi già programmati è il 3° Forum sulla doppia istruzione nella regione alpina, che si terrà a Trento il 16 ottobre.
Non è che questo sia uno dei motivi principali per cui si chiede con fermezza il trasferimento delle competenze in materia di scuola?
Non sarebbe il caso di affrontare l'argomento delle macroregioni in modo organico e non restare spiazzati come al solito?


Il territorio coperto dalla strategia alpina dell'UE in confronto con l'area di finanziamento del Programma Spazio Alpino INTERREG e la Convenzione delle Alpi





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