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Benevento, la cultura e la mente clientelare

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Samnium · 9 Gennaio 2020
Tags: Beneventocapitalecultura

di Luigi Ruscello

Il Mibact ha segnalato che sono 44 le città candidate al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021 ed entro il prossimo 2 marzo vanno presentati i dossier di candidature. Per il 2020, invece, la vincitrice è stata Parma che l’ha spuntata sulle altre finaliste: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.

Tanto premesso, è da precisare che Benevento non potrà partecipare a questa edizione perché, ai sensi dell’articolo 2 del bando, non potevano presentare la candidatura i comuni che lo avessero già fatto per il 2018 e 2020. E Benevento, infatti, rientra in questa casistica. Pertanto, se la normativa non cambierà, Benevento lo potrà fare per l’edizione del 2022, e, sempre se i termini non muteranno, entro il mese di marzo del 2021 si dovrà presentare il dossier di candidatura.

Ritengo che la partecipazione a tale manifestazione potrebbe rappresentare un’ottima occasione per superare gli attuali schemi di gestione della cosa pubblica e gettare le basi per un vero sviluppo autogeno. Il fallimento delle precedenti partecipazioni credo sia stato determinato da una gestione affrettata e autoreferenziale. Tutto il contrario cioè di quello che dovrebbe essere il modus operandi.

La lettura sul sito del Mibact del giudizio sintetico espresso dalla commissione esaminatrice sul dossier presentato è quanto mai illuminante: «Benevento: La progettazione culturale per capitale cultura 2020 non sembra produrre discontinuità rispetto alla programmazione ordinaria. La dimensione sociale pare poco definita, le voci di bilancio relative alla parte di marketing e attrattività paiono inadeguate

L’organizzazione per la partecipazione alla prossima edizione dovrebbe iniziare dunque già da ora chiamando a raccolta tutte le energie cittadine, nessuna esclusa.
Al di là delle personalità internazionali originarie della nostra provincia come, ad esempio, Antonio Iavarone, Antonio Pappano e Mimmo Paladino, abbiamo uno stuolo di studiosi locali da far invidia a tante altre realtà.
Se da un lato, come si apprende dalla cronaca giornalistica, lo scienziato Iavarone non manca mai di sottolineare la sua disponibilità ad iniziative concrete, e il maestro Pappano ha iniziato una feconda collaborazione con l’Orchestra Filarmonica di Benevento, non si comprendono ancora i motivi (economici o personalistici) per cui non si possa instaurare un confronto altrettanto produttivo con il maestro Paladino.

La predisposizione del dossier, dunque, dovrebbe essere occasione di incontro e di dialogo, chiamando a raccolta tutte le realtà culturali cittadine e provinciali, che non mancano, sia nel numero, sia nella qualità.
Le condizioni di base ci sono tutte per sollecitare e coinvolgere tutti i cittadini e, in definitiva, potrebbe rappresentare l’opportunità per il superamento della mentalità clientelare che ci affossa da decenni.



Blog di critica, storia e letteratura di Giancristiano Desiderio.
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