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La rivoluzione del Benevento

giancristiano desiderio
Pubblicato da in Samnium · 22 Dicembre 2019
Tags: BeneventoNapoliInzaghiGattuso

di Giancristiano Desiderio

Benevento ride, Napoli piange. Il Benevento è primo in classifica, il Napoli è quasi in zona retrocessione. La squadra di Inzaghi è campione d’inverno con ben tre giornate d’anticipo, la squadra di Gattuso è in una crisi che sembra irreversibile: anche vincere con il Sassuolo è considerata un’impresa. La Strega inanella un record dopo l’altro - miglior attacco, miglior difesa, 12 partite su 17 senza subire gol -, il Ciuccio non vince da una vita e perde al San Paolo. Certo, i sanniti giocano in serie B e i partenopei in serie A, ma la differenza di campionato non basta né a svalutare l’entusiasmo dei beneventani da una parte, né a ridurre la delusione dei napoletani dall’altra. Tutt’altro. Semmai, la differenza di “divisione” alimenta ancor più i rispettivi e diversi stati d’animo. Perché? I sanniti hanno trovato la “loro” squadra e, complice anche la delusione per il pessimo campionato della squadra di Insigne, si sono emancipati dal loro tradizionale tifo azzurro.

Una volta i beneventani tifavano per due squadre: per il Napoli in serie A e per il Benevento in serie C. L’idea di andare la domenica allo stadio per assistere ad una partita della massima serie non era nemmeno concepita. Per il beneventano la serie A era un altro mondo, un altro pianeta e riguardava solo il Napoli e le altre squadre con le loro città: le milanesi, le torinesi, le romane. Altro che Cristo si è fermato ad Eboli! Per i beneventani, dunque, è sempre stato giocoforza vedere il Napoli come la “loro” squadra per far parte e non essere esclusi dalla serie A. Poi, però, qualcosa è cambiato. La Strega riesce a fare in due campionati ciò che non aveva fatto in 90 anni: prima arriva in serie B nella stagione 2015-2016 e poi, caso unico nella storia del calcio italiano, approda subito in serie A nella stagione successiva. E’ qui che l’amore dei beneventani per il Napoli comincia a incrinarsi. Finalmente anche i beneventani possono fare ciò che prima non potevano neanche sognare: la domenica andare al Santa Colomba/Ciro Vigorito per vedere la partita della squadra cittadina giocare in serie A con la Juventus, l’Inter, il Milan e, naturalmente, il Napoli.

E’ quest’anno, però, con l’arrivo di Pippo Inzaghi sulla panchina degli Stregoni, che i beneventani ci hanno preso gusto a giocare ai più alti livelli. La prima volta in serie A è stata un’ubriacatura, una vertigine. Ma la seconda volta, se dovesse accadere come tutto lascia immaginare che accadrà, sarà cosa diversa, affatto diversa. Negli ultimi 24 campionati cadetti, chi ha vinto il titolo di campione d’inverno ha poi ottenuto la promozione. Dunque, Montipò, Maggio, Antei, Caldirola, Letizia, Kragl, Schiattarella, Viola, Tello, Sau, Coda porteranno nuovamente la Strega in Paradiso. E ce la porteranno per restarci: questo è, ormai, l’obiettivo evidente della squadra di Inzaghi. Per Benevento è una rivoluzione calcistica, sociale, culturale. La classica figura del tifoso beneventano che in serie C teneva per il Benevento e in serie A tifava Napoli appartiene, ormai, al passato. Il mondo calcistico sannita si è emancipato dalla sudditanza che aveva rispetto al Napoli e il Napoli, ritornando ad un’epoca precedente a Diego Armando, ha aiutato il distacco dall’antico amore. Ecco, ciò che resiste è il mito di Maradona.



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